PAROLE

Parole, parole di ogni cosa, parole di una vita, parole di un emozione.
leggete, queste parole, soffematevi nel capirle, verificate ogni loro gesto...
Perchè saranno lunghe e brevi...

mercoledì 16 gennaio 2008

poesia

La musica è qualcosa che
Nessuno mai
Ha potuto spiegare perché,
illumina
scivola
traspare.

La musica è
Questo battito
Di cuore che
Batte forte
per te.

La musica è
L’amore che
Brucia dentro me
Come un fuoco
D’orato.

La musica è quella
Che
Accompagna questa mano
Tremante
Nel scrivere
Versi nuovi.

La musica è qualcosa che
Nessuno mai
Ha potuto spiegare perché,
illumina
scivola
traspare.

teneramente insieme

ce l'abbiamo quasi fatta amor mio... ancora poco e finalmente... finalmente vivremo assieme...

ebria di te

Saphira guardò Alyson fuggire un'altra volta, ma questa volta non rimase ferma, le corse dietro, le prese le mani tra le sue, e la costrinse a girarsi e a guardarla negli occhi.
Aveva gli occhi pieni di dolore, di sofferenza, nel vederla scappare di nuovo.
La spinse contro il suo petto l’avvolse con le sue braccia e la strinse a se.
Il viso, era tra i suoi capelli, ne sentiva l’odore, ne sentiva la morbidezza, e più Alyson cercava di fare resistenza, più lei la stringeva a se.
Alla fine anch’essa si abbandonò l caldo abbraccio stringendo le braccia dietro la sua schiena, posò il viso contro la sua spalla e rimasero così a lungo, bagnate di raggi lunari, dalla rugiada notturna trasformata in cristalli di ghiaccio.

“Saphira..”
Iniziò Alyson, senza mai staccarsi da quel caldo abbraccio. -
“ti prego..”
“non vado via.. non andrò mai via..”
Rispose lei con un sussurro al suo orecchio teso.

E per la seconda volta Alyson le regalò un tenero sorriso, fino a far brillare di gioia gli occhi di Saphira.

Continuarono la loro passeggiata, distanti, ma non più così tanto come invece lo erano prima.
Avevano dato voce anche se solo per un istante ai loro cuori.
Ogni tanto Saphira scorgeva gli occhi della sua amata, posati sul suo corpo, sul suo portamento un po’ altezzoso, quasi regale.
Lo vedeva posarsi sui suoi passi, sottili e leggeri, che lasciavano impronte lievi nella neve.
E lei ricambiava a quegli sguardi immortalando ogni attimo, ogni dettaglio di lei, vedendola sempre più come una rosa che stava per sbocciare.
Arrivarono alla tana delle fate senza emettere parola, ebrie solo dei loro sguardi


ricorda queste parole

Potremo avere mille difficoltà, mille problemi e non sarà sempre rosa e fiori la nostra vita.
Ci saranno discussioni, litigi, ma...
Una sola cosa è importante.
la nostra vita assieme, l'abbiamo vista, l'abbiamo provata e ce la siamo lasciate fuggire.
che stupide noi.
ma ora, ora che ho la possibilità di tornare sui nostri passi, ti dico solo questo...
"IO SCELGO NOI"

lunedì 14 gennaio 2008

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E proprio mentre pensava a queste parole, vide di nuovo quella ragazza vestita di bianco, la ragazza dal profumo di rosa di ghiaccio.
Fece fermare bruscamente Farya, rischiando di cadere dalla cavalla.
La guardò, attentamente, i suoi occhi castani così penetranti, ma così belli, sentì il suo cuore impazzire nel vederla.
Voleva parlarle, ma la voce le era morta in gola nel vederla.
La luce della luna l’avvolgeva facendola diventare ancora più bella.
Saphira scese rapidamente da cavallo e le si avvicinò, ma lei svanì, come un sogno, un miraggio.
Un desiderio così bello così lontano da raggiungere.
Cadde in ginocchio stringendosi le ginocchia al petto, sentendo le lacrime scorrere sempre più rapide dai suoi occhi, l’aveva perduta, l’aveva perduta nuovamente.
La cavalla le si avvicinò e le posò teneramente il muso sulla spalla a confortarla, ma era impossibile, ma non capiva neanche lei perché stava così male.
Quella giovane donna non era nessuno, non la conosceva neanche, aveva solo un viso, un corpo, ma non un nome, non una voce.
Saphira sapeva che era lei, che era lei la persona che le avrebbe rubato il cuore e desiderava solo non vederla scappar via, non voleva più che sparisse da lei, perché già l’amava…
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